... “Dove la solitudine è poesia, io vivo”! Queste poche parole racchiudono l’universo artistico di Renzo Cristiano Carli. Un’aurea di malinconica ed arrendevole dolcezza affiora dalle opere figurative e poetiche dell’artista, generate da una delicatezza d’animo, da un’intimità nascosta eterea e suadente. Il volume, a Lui dedicato, vuole donare una rilettura della personalità artistica di Carli, restituire, alla Sua figura, il ruolo nella storia artistica della Città di Verona e più in generale nella sfera culturale del ‘900 Italiano. Poesia e disegno si rincorrono, si rifugiano, nelle silenti atmosfere di arcani presagi, si adagiano, un istante, tra le “ombre di rami” nodosi ed irti, in attesa che la “rugiada s’adagi”. Quest’attesa, nascosta e silente, quest’affascinante osmosi tra segno e parola, annuncia la stagione dei disegni preparatori, delle languide e sensuali sinopie di eleganti e turgide figure femminili che l’artista evoca come “canti d’amore”. “Il pensiero si fa notte” diviene l’oracolo di lontani amori dall’irrevocabile sentire, simili a palpiti del cuore ormai sopiti, candele spente senza tempo, nel buio dell’oblio. China, matita, carboncino, raccontano istanti di vibratile passione, di sensuali sguardi, di paesaggi interiori, di amori evaporati. Quest’acuta capacità del ricordo esalta il dominio compositivo delle forme nella loro essenzialità volumetrica, addentrandosi in una raffigurazione sintetica ed equilibrata. Carli va oltre la gentilezza delle forme, la regolarità dei volti, per soffermarsi ed indagare l’animo femmineo nell’immensa profondità sensitiva, ineguagliabile, poliedrico caleidoscopio di perfezione. La femminilità assurge a un assunto filosofico, a un recondito sfuggente mistero dalle affascinanti valenze espressive, a un invisibile ponte tra due linguaggi nella sfera estetica e valoriale. Accanto alla vasta produzione sviluppatasi attorno alle tematiche femminili, sussiste un’ampia ed interessante ricerca dedicata alle nature inanimate e alle figure zoomorfe. Un lirismo quasi astratto coinvolge emotivamente queste figurazioni, dalle quali affiora una sorta di riduzione, dell’attenzione di Carli, a pochissimi particolari dell’azione, valorizzando, volutamente, infinitesimi punti di riferimento. Un desiderio di vuoto cosmico, di soffusa ricerca di sintesi, coglie figure femminili, vegetali e animali, in un personale universo di forme. Nelle opere a olio, le tinte si caricano di dense vaporosità, per poi solidificarsi in definite tonalità, stese sulla tela in modo sicuro e sapiente. Tutto è sospeso in una silente bidimensionalità spaziale incastonata tra equilibri formali e arcani sussulti espressivi. Pose e posture di sensuali corpi femminili sussurrano irrevocabili malinconie amorose (erotiche), languide suggestioni, felpate dilatazioni delle superfici. Estetizzanti richiami sensuali diffondono nello spazio una tensione emotiva palpabile a ogni gemito, a ogni languore, ad ogni curvilinea voluttà. Devo riconoscere che la maturità figurativa di Carli nasconde una spigliatezza esecutiva che mi ha profondamente sorpreso per l’inedita concettualità dei soggetti espressi. Un accentuato determinismo figurativo ha indirizzato l’artista verso una meditata modulazione della luce, con la quale plasma volti accattivanti, interpretati con un’elegante introspezione psicologica. Una leggerezza spirituale aleggia fra gli sguardi, sublima fra le ciglia umide di pianto, si eleva verso una simbolica trascendenza colma di fremiti e inquiete attese. L’irrefrenabile desiderio di mistica contemplazione, evoca un eclettismo rappresentativo, che accentua il lirismo introspettivo delle opere, dalle quali affiora una ricerca di libertà ideativa. Il mio stupore, per le opere di Carli, è generato dal profondo dialogo tra le opere disegnate/dipinte e la poesia. Un eden interpretativo prende vita sia dai disegni preparatori che dalle opere ad olio, dove i simboli e le allegorie ideative accendono suggestivi cromatismi. Frammenti d’immagini s’integrano fra loro, mutando la loro consistenza figurativa per divenire ricordi, eventi stratificati, memoria. Griglie segniche attraversano la materia pittorica, creando una trasposizione tra presenza e assenza, tra dissolvimento e vissuto, tra indefinitezza e senso del limite. Sospesa sopra un improbabile orizzonte percettivo, aleggiano cangianti e liquide luminescenze che appaiono come “Dee astrali” avvolte da sensuali e impercettibili fili fluidi. Timide modelle, fulminee stelle, senza tempo, sono gocce di un infinito cielo, rarefatte, inquiete nebulose di un’emotiva e sensuale sintesi. Morbide forme femminili diventano l’origine stessa della vita, l’enigma, la mimesi di un lontano sentito. Vibratili declinazioni del segno, sublimano in infinite, variabili forme, sapientemente plasmate in sinuose e cristalline silhouette. Musa ideale di un indefinito “Parnaso”, dalle tonalità rosa e ocra, la donna diventa forma unica, archetipo di vita, energia rigenerativa, “corolla di luce”, fiore profumato di un giardino incantato. “Sarai acqua … sarai terra ... sarai luce” ... parole come gemme, parole come “onde leggere”, parole che sublimano nel mare infinito della sensibilità cromatica. Tramite una sintassi dell’anima, l’artista intraprende un viaggio, nella pittura e nella poesia, alla ricerca di un’idealità di bellezza. Questo immenso desiderio di unicità nasce negli anni giovanili, divenendo, in itinere, limpida ricerca di spiritualità. “Profumo di vento, profumo di pioggia” … “nell’aria di stelle” … parole che esprimono, nella loro semplicità, la profonda personalità di Carli, la sua complessità culturale. L’indole dell’artista lo conduce alla naturale commozione di fronte alla meraviglia di forme e colori, alla contemplazione di cieli tersi e di femminei sguardi. Elaborando la poetica del ricordo, crea una fine sinestesia tra disegno e parola, valorizzando la sua vocazione letteraria sottesa tra memoria degli accadimenti e ricerca di spiritualità. Guidato da un’intima necessità, Carli approda in una dimensione trascendentale, stabilendo un rapporto dialettico, un mirabile intreccio tra sensibilità e bagliori di luce, tra equilibri armonici e vaghe irrevocabilità d’amore. Torsi, frammenti di corpi femminili, sono simboli di un onirico vissuto, “Venus” dense e plastiche, rivelatrici di magici misteri. La donna è interpretata come Madre, come essere generatrice della vita, floreale essenza primigenia dalle forme slanciate e poi ampie e arrotondate, simbolo di maternità, di continuità senza fine. I tratti del volto, appena accennati, quasi nascosti, donano alle femminee figure una singolare riservatezza, una purezza d’animo che le trasfigura in entità paradisiache. Nelle opere recenti, si assiste a un apparente dissolvimento della forma, aspetto che diviene sempre più tangibile tramite percorsi percettivi di carattere astratto. La realtà esteriore viene volutamente annullata oltre ogni limite spaziale in una dimensione sottesa tra dissolvimento ed assenza. La luce si diffonde sulle figure e vibra con esse divenendo presenza, frammento vitale dell’esistenza. La forma, semplificata, è artefice di una pura ricerca dell’assoluto, dove una pacata luce, oltre la terra, diviene felicità celeste, certezza di grazia e di eternità.
Prof. Gianluigi Guarneri.